Desterà ottimismo, nel buongustaio nostalgico, l’apprendere che anche in quest’epoca di contaminazioni continue (e a volte pasticciate) c’è la possibilità di imbattersi in una tipica hostaria di provincia. Antica, sì, ma solo nel modo di far sentire l’ospite a casa, eppure moderna, tanto nella preparazione e presentazione dei piatti quanto nella scrupolosa ricerca di vini, sottoli, formaggi e leccornie varie. L’osteria in questione è ‘U Vulesce di Cerignola. Si tratta di una cucina con annessa salumeria, e Rosario Di Donna, proprietario, oste e mattatore dalla grande conoscenza enogastronomica, è indubbiamente uno dei segreti del suo successo.
‘U Vulesce nel gergo locale sta per "voglia indefinita di qualcosa di buono", un desiderio, un sentimento o uno stato d’animo che qui viene rispettato. Infatti, che la si definisca osteria o bistrot poco importa, ciò che conta è la calda atmosfera, tra pareti rivestite in legno, traboccanti bottiglie a vista e il grande bancone centrale. Al carismatico Rosario in sala, si affianca la mamma Giuseppina ai fornelli, mentre il fratello Pierluigi si occupa della gastronomia adiacente.
Il menu prevede piatti dai sapori intensi come gli straordinari ortaggi sott’olio, i lampascioni cotti nella pignatta o il Baccalà con cime di rapa, peperone crusco e tarallo sbriciolato. Altre chicche da preservare nella memoria sono le Candele spezzate alla genovese di podolica e gli Spaghetti al sugo di granchio peloso.
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Tavoli all’aperto
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Nasce a Bari nel 1988 e da allora "va sempre girando" (cit. nonna Laura). Scrive di ristoranti, di terre e personaggi leggendari. Ha pubblicato: "Puglia à la carte", "Incredibilia" e "Canti di Terra e di mare"