Come il suo maestro Michel Bras, anche Simone Cantafio mette al centro del suo percorso gustativo il prodotto, preferibilmente vegetale, su cui suona uno spartito fatto di estrema sensibilità e mano tecnicamente ineccepibile. Siamo nell’avvolgente Stube gourmet del Hotel La Perla di Corvara. La mitica Stüa di Michil dove la famiglia Costa regna da quasi 70 anni e il patron Michil detta stile e legge.
Oggi l’attenzione è sempre più incentrata su una cucina sostenibile, vegetale, attenta alla natura e alla naturalità dei suoi ingredienti. A partire dalla cantina, in cui vini naturali e biodinamici la fanno ormai da padrone nonostante la storica passione per le grandi etichette e il celebre “tempio del Sassicaia”. Cantafio questa filosofia sembra averla introiettata non da oggi, ma maturata sulla scorta di tante esperienze in giro per il mondo. Il suo ruota soprattutto sull’asse della tradizione italiana felicemente innervata da sapori e saperi lontani. Compresa quelli delle sue terra di origine. La Calabria. Così la zucca Mantovana va a sabbiare le biglie di tempura e linguine mantecate con burro affumicato al fieno. Il “Pomodoroverde” (scritto così) al salaturo, con finocchi croccanti, ostrica scirubetta alle pere, ginger Ale pane caldo indiano è un fuoco d’artificio dai dai rimandi infiniti. Davvero notevole la cipolla di Tropea in sumono giapponese, scampo XXL panato ai cereali e profumato ai funghi porcini con gazpacho dell´orto invernale.
Un menu pensato evidentemente per stupire e colpire. Uno chef di cui sentiremo parlare a lungo.
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Ristorante con camere
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non è un pr, non è un influencer. Da 25 anni cerca semplicemente di fare giornalismo e critica enogastronomia