Buone mani, buona terra e buone intenzioni: una definizione tenderebbe a imprigionare la natura stessa di una cucina in evoluzione, come quella di Limu. Le mani e le intenzioni sono quelle di Nino Ferreri e di sua moglie Maria Grazia, classe ‘89 e ‘87, la terra fertile è quella bagherese: eccentriche ville settecentesche, e il mediterraneo come sfondo blu. Si entra dalla porta di torre Ferrante, sul limitare del distretto antico della città, per accomodarsi in una delle sale contemporanee più accoglienti della Sicilia occidentale.
La stella Michelin arriva rapida, solo dopo un anno e mezzo, e la si accoglie con la consapevolezza di chi pensa al lavoro di cucina e sala come ad una casa accogliente, da costruire. Felix Lo Basso, con la sua cucina d’intuito e rispetto dell’ ingrediente, ma anche le esperienze in Svizzera e Francia, danno forma e amplificano le naturali inclinazioni di Nino; la sua “nuova cucina siciliana” si muove a pelo d’acqua, tra il fine dining e tutto il mondo recuperato delle ricette casalinghe e dei buoni sapori dei ricordi.
Ingredienti reperibili e di prossimità definiscono i piatti di Ferreri, come Lingua e Gambero, stracotto di lingua di vitello con gambero rosso, spuma di Champagne e foglie di sedano; ma anche il Carciofo in abito da sera, carciofo arrosto ripieno di carciofi, salsa beurre blanc e tartufo bianchetto; ma anche lo sgombro in camicia di sale nero, cipollotto arrosto e salsa di vino bianco e rosmarino.
In sala Giandomenico Gambino accompagna con grazia e tiene il ritmo, come pochi direttori d’orchestra riescono a fare.
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Tavoli all’aperto
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Nata a Bologna nel 1992, origini siciliane e romagnole, diploma Classico, laureata in Scienze della comunicazione. Passione per il mare, le isole, il cibo, il cinema e le storie identitarie