Non basta la straordinaria precocità del suo creatore, Rasmus Munk, per spiegare lo stupefacente progetto di Alchemist nei capannoni ai margini verdi di Copenhagen. Danese, classe 1991, Munk era già chef, alla guida di un ristorante, a 22 anni. Due di gavetta e nel 2015 apriva il primissimo Alchemist, per passare all’attuale nel 2019. Il prossimo passo non riguarderà una terza versione del locale, bensì Spora, un centro di ricerche atteso nel 2017. L’obiettivo è di studiare nuove forme di alimentazione, carne coltivata compresa che fa già assaggiare, ma in laboratorio, fuori dal ristorante e dal suo menu degustazione.
Rasmus è stato incoronato da Ferran Adrià come massima espressione creativa contemporanea e non perché, indicando lui, evita di scegliere tra chi è cresciuto con lui al Bulli, ma proprio perché, chiuso il locale in Spagna nel 2011, tutto quello che esce dalla mente di questo scandinavo è originale, non una prosieguo di quanto lasciato incompiuto.
Una serata all’Alchemist è unica, 50 coperti sotto una cupola che rimanda problemi e gioie, anche l’ambizione di inviare nel 2025 una sfera in orbita attorno alla Terra per una cena nello spazio. Comodamente seduti in poltrona.
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi
+
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi