L’opera di GN Chan e del suo team è quanto di più contemporaneo si possa immaginare nel mondo dei cocktail. In una parola, Double Chicken Please è fusion. La prima unione è quella tra le origini taiwanesi del proprietario e il lower east side di New York City. La seconda è quella tra il cibo, che potrebbe da solo essere un motivo per frequentarlo, e i drink; i piatti sono stati pensati da un ex di Eleven Madison Park.
La carta stessa è ispirata a una fusione tra cucina e mixology con proposte organizzate come in un menù, antipasto, portata e dolce.Tutto ciò vale per la back room, certamente la più affascinante con luci soffuse e arredi in legno ondulato che sembrano usciti dall’ultima edizione del Fuori salone, d’altronde GN è designer di formazione. Prima di arrivarci però vale la pena di fare una sosta nella front room dove Yuliia Kristeva, in trasferta forzata da Kiev vi proporrà uno dei 12 cocktail alla spina inventati da GN, preparazioni più spritzose ma comunque interessanti.
Che sia uno dei migliori bar del mondo non lo dice solo la guida dei 50 best in cui è entrato direttamente in sesta posizione, il che lo rende il miglior bar del Nordamerica, ma anche le collaborazioni come quella realizzata con Empirical, la distilleria sviluppata dal Noma di Copenhagen. Note Italiane con Cold Pizza a cui affiancare il panino con un ragù bolognese di pollo all’aglio indimenticabile, soprattutto per chi vi sta di fronte. L’oriente risuona in Japanese cold noodle a base di rum, cocco, lime e olio di sesamo, oppure il Mango Sticky Rice, con tè di riso e alghe wakame.
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milanese di osservanza nerazzurra, è stato responsabile cultura dei tg Mediaset prima di fondare Sei Milano, la prima tv realizzata con telecamere non professionali. Ha quindi portato in Italia il brand Lush diventandone worldwide ethical manager. Ha lanciato c6.tv e si occupa ora di investimenti sostenibili. Ha scoperto che scrivere di cocktail è un’ottima scusa per bere bene
