Andrea Aprea ha lasciato i box e si è sistemato sulla griglia di partenza del gran premio Michelin 2023/4 per tornare a quelle due stelle che lo illuminavano quando stava al Park Hyatt. Suo il bar-bistrot a piano terra e suo il ristorante al terzo piano al 52 di corso Venezia, davanti al Planetario, quasi a Porta Venezia, dove il palazzo Bocconi Rizzoli Carraro, edificato nel 1871, è stato ristrutturato da cima a fondo a partire dal 2016 per fare spazio al Museo di Arte Etrusca della Fondazione Luigi Rovati e, in seconda battuta al progetto dello chef campano. Semplificando molto, una volta entrati, a sinistra l’arte antica, al centro un giardino con collinette, e a destra l’arte culinaria, 420 metri quadrati complessivi, con la cucina che ne occupa 190 e le sale i restanti 230.
Esci dall’ascensore, fai due passi, forse tre, e scopri di essere più in altro delle cime degli alberi dei Giardini pubblici Indro Montanelli. Tra il verde, subito lì, distingui il tetto del Museo civico di storia naturale, quello del planetario e, sulla sfondo, i grattacieli della nuova Milano di zona Garibaldi-Gioia. Cuochi e pasticcieri lavorano a vista, separati da cristalli. Tanta luce, tramonti da cartolina, tavoli distanziati il giusto e, oltre la sala principale, un semi privée, quindi il privée vero e proprio.
Viste le premesse e lo spicchio di Milano dove si trova, il tasso di discrezione richiesto dagli ospiti di Aprea è elevato. E ora tavola aspettatevi tre menù. Io ho un debole per il "Partenope" perché Andrea può così celebrare la sua napolenità che il tempo non ha ammorbidito.
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
Twitter @oloapmarchi
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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