Quella di Celestino Mauro è una cucina elegante e timida. Una cucina di Calabria sicuramente, innervata di tradizione, che gira senza esitazioni o sbavature sulle materie prime che sono a portata di piede o di breve viaggio e che caratterizzano tipicamente tutta la gastronomia calabrese, tanto storica quanto contemporanea. Una cucina di identità quindi, di luoghi e di usi, che Celestino riarrangia con accordi personali che regalano ai suoi piatti uno swing leggero inusitato a queste latitudini.
La cucina di Celestino Mauro dicevamo è... timida: nei bocconi che si susseguono alla sua tavola si avverte una voglia tenuta a bada, una verve imbrigliata dalla prudenza, necessaria per un territorio e un pubblico non aduso a cogliere "provocazioni" fuori registro, una verve potente che vorrebbe ancor di più di quello che oggi assai bene declina. Una voglia che, si avverte, se libera di esprimersi regalerebbe ancor più ritmo ad un'esperienza palatale già oggi assolutamente apprezzabile. Le Alici salicornia e zucca, il Gambero di Schiavonea clementina alghe e burro acido, il Riso Carnaroli di Sibari con estratto di erbe di campo, olive nere e palamita affumicato, il Baccalà pochê con salsa pil pil, hummus di ceci e croccante alle alghe, è uno dei sentieri gastronomici nella cucina di Core che vi consigliamo di seguire.
La sala e la cantina sono affidate all'altra metà del Core, Melia Rubini; tatto, calore, attenzione assieme come raramente capita. La cantina è giovane come la tavola, ed altrettanto ben fatta ed in evoluzione. I dolci, non dimenticate i dolci.
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Tavoli all’aperto
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si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce italiano e meridionale, nel secolo breve. Ma è pura fortuna, non merito. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché è fortunatissimo