L’affascinante struttura in mattoni dietro le mura svetta in mezzo al Giardino Botanico: ex imponente monastero del XV secolo, ospita adesso un lussuoso hotel 5 stelle. Qui, in una moderna costruzione a parte dall’aria zen-monacale (pareti immacolate, superfici in legno chiaro, decorazioni floreali minimaliste) lo chef Gert de Mangeleer e il sommelier Joachim Boudens hanno traslocato dalla vecchia sede in campagna, un magnifico fienile, dove avevano guadagnato 3 stelle Michelin: ripartendo da zero in questa location nel 2021, ne hanno già riguadagnate due, del tutto meritate.
Monacale, se vogliamo, è anche la mise en place, il servizio (con divisa) riservato e un unico menu degustazione, senza scelta alla carta. In più, la raccomandazione di non scattare foto durante il pasto. E che pasto: quasi zen per non dire Omakase anche questo, vista la passione del cuoco per il Giappone, all’insegna del gusto naturale di ogni ingrediente, ovviamente selezionatissimo.
Provare per credere la Caviar Explosion, un dashi di storione con caviale belga, di salmone e di agrumi, oppure il Toro no Toro, cioè un cilindro di Hamachi scottato e un altro a fianco di di manzo belga (Holstein, scottato) in salsa yuzu: un noodle di caviale e un pizzico di wasabi suggellano a meraviglia la fusione di gusti solo in apparenza contrastanti. La sorpresa arriva con la geniale rivisitazione del piatto nazionale belga, Moules Frites (cozze e patate fritte): le cozze in una ciotola, marinate nel dashi; a lato un’unica patatina fritta con vari strati di sapori differenti, fra cui quello di cozze.
+3232699090
Ristorante con camere
+3250702762
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).