In una città in cui pizzerie e bistrot tricolori ormai abbondano, svetta quasi solitaria questa insegna di raffinata italianità, o meglio, piemontesità. La trovate nel frizzante quartiere Chueca. A guidarla, l’espatriato vercellese come Davide Bonato, arrivato qui con una decina di anni fa con la moglie dopo la gavetta al ristorante di famiglia (Massimo al Convento di Trino), e poi Londra Giappone.
In carta svettano anche risotti (al dente), tajarin e agnolotti del plin (tutte paste fatte in casa, idem il pane), vitello tonnato (di Wagyu spagnolo: a cubetti, con aria di Crodino), bagna cauda o panna cotta, giusto per ricordare le radici: piatti spesso e volentieri rivisitati, corretti e presentati in chiave moderna, qui e là perfino con un tocco asiatico. E accompagnati da un’interessante scelta di vini italiani, soprattutto piemontesi.
Sarebbe un peccato però trascurare le ricette più creative e innovative della casa. Come la Carbonara della casa: spaghetti alla chitarra, guanciale, aria di pecorino, uovo cucinato in bassa temperatura e crumble di pepe e carbone.
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).
+34915321454
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