Bucarest è una città che si affaccia oggi sulla scena della gastronomia internazionale, con qualche indirizzo da tenere d'occhio e una gastronomia che si preoccupa di mostrare la qualità della materia prima che arriva da nuovi piccoli produttori. Ed è anche questo il campo d'azione prediletto da Noua, il ristorante che rappresenta il lato più intraprendente della nuova cucina rumena, nello stile del sulfureo (almeno visivamente) cuoco Alex Petricean, con un passato e qualche frequentazione internazionale, un presente con alcuni quattro mani in giro per l'Europa e un futuro proiettato su più fronti (ha da pochi mesi aperto anche un bar nella capitale).
Noua però rimane il suo outlet principale, con un ambiente dallo stile vagamente nordico, tra legno, pelli e giochi estetici che si permettono di raccontare le verdure delle fattorie organiche rumene, e perfino le tradizioni delle varie regioni rumene in un singolo piatto, diviso per aree geografiche (tra cui curiosamente c'è anche la Moldavia) e in singole, piccole portate, sulla falsariga dell'India raccontata da Gaggan a Bangkok. E poi c'è il piacere non trascurabile della scoperta che va oltre i Balcani più a portata di mano. Dalla Triglia del Mar Nero all'Agnello ripieno di cavolo, dal Gelato di topinanbur al profumo di piante aromatiche fino al Caramello di semola con latte.
Noua è un ristorante che si può vivere anche in un piccolo giardino esterno, da frequentare nella bella stagione, magari davanti a un calice di Feteasca Negra, il vitigno autoctono più conosciuto della Romania.
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Tavoli all’aperto
+40749566275
giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare