Da porta-pizze a punto di riferimento per la ricerca sugli impasti, incominciata nel 2013, quando con Carlo Sammarco recupera filologicamente la pizza a canotto che si faceva al Vomero negli anni '70.
Classe 1985, Diego Vitagliano ha iniziato da Carmenella con Salvatore Esposito, papà di Vincenzo, quando aveva sedici anni e, da allora, la pizza è sempre stata il suo orizzonte di riferimento e la cui conoscenza ha contribuito ad ampliare, e considerevolmente, studiando i processi che ne determinano o inibiscono la digeribilità siano essi di natura enzimatica o ambientale (shock termici). Così, alla prima pizzeria aperta nel 2016 sul lungomare di Pozzuoli ne è seguita un'altra, più grande, a Napoli, alla quale seguirà una seconda apertura, nel 2019, sempre in quel di Pozzuoli.
Qui, in un arioso locale affacciato sul mare, le pizze sono realizzate con impasti sia classici che “alternativi” - curcuma, multicereali - mentre gli ingredienti provengono sia dalla terra fertile dei Campi Flegrei che da produttori selezionati. Ben cinque sono le tipologie di marinara presenti in menù, quattro le margherite, mentre un'intera sezione è dedicata alle montanare. In carta bella la Genovese che, al sugo alla genovese, combina straccetti di spezzatino, Grana Padano, provola di Agerola, basilico riccio napoletano e olio extra vergine d’oliva; ben fornita la carta dei vini e delle birre, alla cui mescita c'è anche un sommelier.
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Tavoli all’aperto
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet