Una piccola e preziosa enclave nuorese a Cagliari. Non possiamo che definire così il progetto della brava Marina Ravarotto, chef e ideatrice del ristorante Chiaroscuro. Già il nome ha radici ben profonde. Si riferisce a un'opera di Grazia Deledda, la celebre scrittrice originaria di Nuoro e, non a caso, anche il menu segue le sue orme con la divisione in capitoli. Le ricette sono quelle barbaricine e di Nuoro in particolare, con uno sguardo attento alle materie prime e ai piatti della tradizione che Marina esegue alla perfezione, aiutata da tecniche di cucina moderne che non snaturano gusti né profumi.
Il grande esempio arriva dai filindeu. I fili di Dio suggerisce il nome, una pasta secca di Nuoro, fatta rigorosamente a mano "tirando" letteralmente dei fili sottilissimi e andandoli a sovrapporre creando un vero e proprio tessuto che poi viene fatto essicare a cotto nel brodo. Marina non solo è una delle poche donne che li produce, ma li propone con un delizioso brodo chiarificato di pecora, seguendo così la più arcaica delle usanze. Il resto è solo frutto di ricette dell'entroterra, con un unico e doveroso omaggio "marino" alla città che la ospita.
sardo per passione, vino e birra di qualità sono il segreto della sua giovinezza. Lavora dal 2005 al Gambero Rosso e nella vita si divide volentieri tra la penna e il bicchiere
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sardo per passione, vino e birra di qualità sono il segreto della sua giovinezza. Lavora dal 2005 al Gambero Rosso e nella vita si divide volentieri tra la penna e il bicchiere