Alessandro Pietropaoli ha dalla sua l'entusiasmo della gioventù e nonostante il passaggio nelle cucine di Michelino Gioia e Antonello Colonna (per restare in città o poco fuori), mantiene uno spirito vivace e sbarazzino nel ristorante bomboniera del Chapter Hotel, a un tiro di schioppo da Piazza Argentina.
In un mood urbano che si mescola a sapori più decisi e concreti, che vogliono raccontare la regione in molte sue forme, partendo dalla tradizione, con l'Agnello, aglio nero, mandorla affumicata, bietole e alghe, la Minestra del porto di Anzio e la stuzzicante intrusione dei Plin di coda alla vaccinara. Pietropaoli non dimentica mai un approccio di cucina sostanzialmente mediterranea, magari mediato da interpretazioni personali su piatti come il Ceviche, in questo caso di alici, l'ormai classico Piccione in due servizi, o il Pollo in cocotte con cicoria, scarola e tartufo nero, e da qualche divagazione che porta verso l'Oriente o la Francia.
Suggestioni piacevoli che vanno a completare un menu a uso di una clientela non solo internazionale ma con l'ambizione di intercettare anche i gusti del romano in vena di sperimentazioni, magari facendosi consigliare in sala, nell'abbinamento enologico, dalla brava e simpatica Marta Pandemiglio. Se poi la serata vi sembra ancora lunga da vivere, c'è anche la bella terrazza all'ultimo piano dell'albergo che offre una mixology divertente centrata sul Messico, come dice anche il nome latino del luogo, Hey Guey!
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Ristorante con camere
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare