Gaetano Procopio è un cuoco timido ma passionale, che ha trovato il modo di affidare interamente alla cucina la forza del suo linguaggio e del suo messaggio. Sedendosi a I Palici, dentro un grande palmento ristrutturato con sobrietà, si incontrerà subito il suo approccio poetico, quasi felliniano, al tema del ricordo, e quello lucido, quasi politico, al tema del futuro: parliamo della figura del cuoco, ma anche della responsabilità dell’ospite, a cui qui più che altrove si chiede di essere disponibile a concedere una chance alle cose a cui se ne dà meno.
Così la cena si apre con un carrello di pane e companatico, dove quest’ultimo è stato ripensato per essere totalmente vegetale: la ricotta è di mandorla, il salame di verdure arrosto, il prosciutto è di zucca, il lardo di cipolla e zucchina lunga, e via dicendo con un lungo studio su speziature e maturazioni. La narrazione che accompagna questo piccolo “manifesto” del ristorante è affascinante al pari del gusto, che apre la strada a un percorso dedicato ancora al recupero della memoria contadina - anche grazie all’orto di proprietà -, senza tradire il mare, che da queste parti non si allontana mai dalla tavola.
modicana, giornalista, sommelier, founder di Condire Digitale. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo
+393421612787
Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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