Ha fatto clamore quest’anno l’assegnazione della stella Michelin alla stube gourmet appartenente alla galassia dello storico birrifico Forst fondato nel 1867 ma più vivo e vitale che mai. Un bel risultato, cui la famiglia Fuchs ha persino sacrificato le birre, tolte dalla bella carta dei vini. Non che ci fossero dubbi sulla professionalità e il talento di Luis Haller, cui sono stati affidati i ristoranti di casa, ma pesava evidentemente l’ingombrante family branding.
Distante poche decine di metri dagli stabilimenti del birrificio, la storica locanda Schlosswirt, appartiene alla storia del turismo meranese sin dalla metà dell’800 quando fungeva da “biergarten” per i turisti mitteleuropei che sciamano nella città del Passirio. Haller ne ha risvegliato lo spirito, dedicando una parte alla cucina della tradizione ripulita dal folclore e alla Luisl Stube quella creativa. Qui la cadenza si fa decisamente più internazionale.
La materia esaltata dal canone classico regala “perle” come la Meringa al carbone con medaglione di foie gras e gelatina di mela cotogna e il Bottoncino di fagiano e fegato d’anatra su olivello spinoso. Alla cultura mediterranea sono dedicati i Ravioli di fagioli risina con essenza di prosciutto al miele, scampo alla griglia e limoni sotto sale, mentre dai boschi tirolesi proviene la Sella di camoscio arrostita su fieno di montagna, bacche di sambuco e sedano cui un tocco di gin dona un geniale contrappunto amaro. Un Fagottino di pasta fillo ripieno di formaggio, miele al tartufo e balsamico chiude degnamento il percorso di sette portate per 152 euro.
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Ristorante con camere
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non è un pr, non è un influencer. Da 25 anni cerca semplicemente di fare giornalismo e critica enogastronomia