La Basilicata ha 550mila abitanti, 131 comuni; di questi, 76 comuni hanno meno di 3mila abitanti e 23 non arrivano a mille. Tolto il fenomeno mondiale di Matera ed il capoluogo di Potenza, nessun luogo in regione ha sufficiente pubblico da reggere più di una media pizzeria o un'onesta trattoria.
Eppure è qui, a Palazzo San Gervasio, in mezzo a campi senza fine, boschi secolari, campi di sosta per gli immigrati che raccolgono pomodori, oliveti e gli ultimi vigneti prima dei sassi murgiani, che Francesco Lorusso e Antonio Menchise imbadiscono tutte le sere una tavola che nessuno troverebbe fuori posto a Milano o Parigi o Londra, ma che pure, quando seduti tirerete su il primo boccone, scoprirete essere indissolubilmente legata a questo territorio. Alla sua infinita geografia, alla sua storia, alle sue genti. La cucina di Lorusso rivendica orgoglio per le proprie origini. Origini e memoria che sono spada e non scudo.
La sua cucina fugge l'internazionalismo di maniera forzato, nel piatto, per sfoggiare esperienze pregresse, vite da militari a Cuneo. Bramea rivendica alla cucina lucana il suo posto nel mondo. E' la donna del popolo che si cuce da sola l'abito buono e, al gran ballo della nobiltà gastronomica, non c'è altra Cenerentola che si riesca a guardare. Francesco Lorusso declina già oggi, appena passati i trent'anni, una cucina adulta, strutturata, ragionata, solida, una cucina che domina acidi e salati con equilibrio e facilità. Con consapevolezza. Antonio Menchise governa le due piccole sale ed il dehor affacciato su tramonti infuocati.
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Tavoli all’aperto
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si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce italiano e meridionale, nel secolo breve. Ma è pura fortuna, non merito. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché è fortunatissimo