Se Hong Kong non ha più le piume di cristallo di una volta, non si può certo dire lo stesso di Ottoemezzo, sempre patrimonio nazionale nel mondo. Certo ci sono stati sconquassi. Il Covid, come per tutti; la città in sè, con il suo blasone in fase calante; il fido e tosto Riccardo La Perna spostatosi dall’Ottoemezzo di Shanghai a quello di Macao in cerca del massimo; e l’outpost di Pechino da qualche anno in cerca d'autore.
Resta il fatto che il nostro Umberto Bombana è sempre un monumento saldo sul suo piedistallo. Alcune classifiche lo danno non più il primo italiano nel mondo ma il terzo. Altre il secondo, altre il quarto... quisquiliame. Il suo trade di tartufo d’Alba batte record su record anno su anno (fine 2020 con l’Italia che non ne poteva consumare è stata una manna qui, con i migliori supply dell’ultimo decennio).
I suoi risotti, i piatti di carne Tajima australiana e i formaggi rigorosamente italiani e di alpeggio continuano ad attirare commensali da tutta la città. Il crudo e il culatello sono esclusive asiatiche solo per questo ristorante, i cavatelli con ragù di frutti di mare un capolavoro. Classici da raccomandare sempre tanti, comunque l’ideale è sempre scegliere in base a quello che fresco di giornata il menu propone.
Come risaputo, non aspettatevi il colpo troppo creativo o le sferificazioni alla Mirò. I pittori sì ci sono anche qui, anzi, di quelli iperquotati anche, ma nelle opere appese ai quadri. Quello che si trova a Ottoemezzo è la certezza solida e dirompente della qualità.
+85225378859
+85227980668
giornalista col vizietto dell'esterofilia (da buon germanista) e del cibo (da buon modenese), dal 2007 vive felice in Cina, a Shanghai, tessendo ponti tra Oriente e Occidente