Non per tutti il triennio della pandemia cinese è stato da buttare. Se a Stefan Stiller anche solo 365 giorni prima avessero detto che sarebbe diventato lo chef più stellato di Cina si sarebbe sicuramente sorpreso. E invece, in un colpo solo, il suo Taian Table di Shanghai ha ottenuto le tre stelle (appaiando Ultraviolet che veleggiava da solo da un lustro) e il suo Taian Table di Canton, aveva appena 8 mesi dall’apertura, ha ottenuto – cosa rarissima - ben due stelle.
Come se non bastasse, lo chef ha ottenuto pure la menzione come chef piu sostenibile e green dell’intero paese. Più che l’asso nella manica, la Matta pigliatutto. Lui, tedesco, di Celle (vicino ad Hannover), ha fatto esperienza in vari stellati in Germania, e poi nel 2004, con la moglie coreana, decide di spostarsi in Cina. Tante esperienze, con tutte le difficoltà di quegli anni in Asia, poi nel 2016 apre il suo Taian Table (dal nome della via dove allora era locato). Da quel giorno, 35 menu, oltre 500 ricette (ora raccolte in un libro-biografia spesso come "I Buddenbrook" di Thomas Mann) e la voglia sempre di cambiare perchè “sarebbe facile fare più o meno le stesse cose fino a farle arrivare alla perfezione... ma mi annoierei a morte”.
La sua mano è chiaramente tedesca: che ci sia una tartare, un rombo o un filetto si fa largo sempre lo zampino del rafano, della spuma di crauti, il sourdough con pane nero, la zuppa di cipolle, una salsa hollandaise. Ma tutto è estremamente ricercato e bilanciato, per texture e per sapori. E tutto questo con mai piu di 3 o 4 ingredienti nel piatto.
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giornalista col vizietto dell'esterofilia (da buon germanista) e del cibo (da buon modenese), dal 2007 vive felice in Cina, a Shanghai, tessendo ponti tra Oriente e Occidente