I buongustai più “vanguardisti” si ricorderanno sicuramente di Espai Sucre, il ristorantino/scuola di pasticceria dall’intero menu a base di dessert che ha ingolosito parecchi ghiottoni nei primi anni 2000. Bene: se oggi il patron Jordi Butrón porta avanti lo stesso (dolce) percorso nel minuscolo Espai Essence, alcuni suoi alunni hanno invece unito le forze per aprire un gastrobistrot diventato nel giro di qualche anno fra i locali più chiacchierati e ammirati in città. E non solo per i dolci, ovviamente di alta e mirabile caratura.
È proprio in questa location di stile vagamente nordico, con proporzioni mignon e 12 coperti, strategicamente piazzato in un edificio modernista dalle parti della Sagrada Familia, che l’abile e vulcanico cocinero Santi Rebés sta dimostrando da anni che si può benissimo fare alta cucina catalan-mediterranea (di mercato) con prezzi più che abbordabili. Il tutto all’insegna di qualità e semplicità, senza contare tecniche, preparazioni, accostamenti e impiattamenti alla pari di insegne molto più rinomate e stellate, elaborati oltretutto in spazi risicatissimi.
Per rendersene pienamente conto, basta assaggiare all’interno di un menu che cambia ogni sette giorni il soave Gazpacho con burrata e gamberetti, i Noodles di piovra con kimchi e zafferano, i Cannelloni all’anatra tartufata. Oppure, fra i tentacolari dessert, il sorprendente Budino di cioccolata calda. Anche per questo, la prenotazione (specialmente a cena) è sempre un’ardua impresa.
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origini bergamasche e infanzia bolognese, oggi è milanese ma anche cittadino del mondo. Come critico/giornalista prima musicale e poi enogastronomico, abbina da sempre le sette note a vini, piatti, cantine e hotel. Adesso, anche nei panni di Music Designer e Sound Sommelier (psmusicdesign.it). Da vero Bulliniano, ha un debole per gli chef creativi che vanno comunque oltre