Radici, nomen omen. Apparentemente, infatti, vi sembrerà di non trovarvi in Umbria, per arrivare a Borgo la Chiaracia non è difficile attraversare ampi tratti di Toscana o Lazio. Ma, in realtà, qui tutto parla di Umbria al 100%. Incastonato in un resort di rara bellezza, arioso ed elegante, le “radici” del ristorante affondano letteralmente in questa terra, ne assorbono la linfa vitale, la esaltano.
Lo staff è capitanato da un brillante chef come Daniele Auricchio, che parte proprio da questa terra, con una selezione di piccoli e straordinari produttori di materie prime locali. La ricerca è così minuziosa che rende merito ad una filosofia vincente e assolutamente adeguata all’avanguardismo della cucina moderna, che guarda intorno a sé e lì trova le risorse per potersi esaltare.
La cucina è in perfetta armonia con tutto ciò: centralità del gusto, eticità, tecnica, gusto, perfezione stilistica. Le sue idee traggono ispirazioni lontane ma atterrano saldamente in Umbria: Fungo e funghi, gioco di consistenze e temperature; Fettuccelle di pasta al mosto fermentato e vinacce, cotto e crudo di selvaggina; il monumentale Maialino Cinturello Orvietano “Urbevetus”, zuppetta di miso della Tuscia, ostriche, kimchi di cavolo, verdure lattofermentate.
Menzione d’onore per il servizio di sala, coordinato dal bravissimo Mauro Clementi: in Umbria difficile trovare una brigata migliore di questa, giovani appassionati e preparati, che operano con un sincronismo unico e sono una parte fondamentale del successo di Radici, ristorante “in Umbria”.
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Ristorante con camere
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giornalista enogastronomico, direttore responsabile di James Magazine, ama la bellezza, gli Champagne e due colori: il nero e l'azzurro