Il Cavallino, nuova versione nel quartier generale della Ferrari , emerge come un (altro) capolavoro di Bottura. È prototipo così azzeccato da diventare modello di riferimento. Lo chef, che dapprima con la Francescana ha imposto nel mondo l'idea di fine dining italiano, è passato poi a lavorare sul concetto di trattoria (Gucci Osteria) e di sintesi tra eccellenze (Casa Maria Luigia). L'uno e l'altro vengono dalla medesima matrice concettuale, ma si sporgono all'esterno. Il Cavallino idem, però riflette su un territorio, indaga su un mistero: fast cars e slow food, perché proprio qui? Cosa ha reso uniche queste terre? Dice Bottura: «Abbiamo spedito mia nonna sulla luna per due anni e poi l’abbiamo paracadutata su Maranello», dove l'emozione sta tutta nel rientro, nell'evoluzione dell'anziana astronauta.
Ma il Cavallino si dipana su più ipertesti affascinanti.
Ferrari è un brand d'eccellenza e nel contempo pop, democratico. Alla Fantozzi: frittata, birra e tifo indiavolato per le Rosse, durante il Gran Premio. La "trattoria" Cavallino, che della trattoria mutua le sembianze, anche qui nobilitandole, ripropone lo stesso percorso ideale: consente a tutti d'accostarsi al mito. Variante Bassa e Tagliatelle al ragù, il Drake e la Zuppa inglese. Una festa che si dipana a sua volta in un ambiente "popolare", caloroso, con elementi cromatici forti dominati dal rosso Ferrari, simboli emozionali che riempiono le stanze tanto quanto il (voluto) brusio. I sensi devono percepire la socialità, che è propria della trattoria. Ma il tutto fortificato dal motore della bellezza all'italiana.
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it