L'eccellenza del maestro traspare, oltre che dalla forza e bellezza del progetto, dalla capacità di interpretare il luogo e il tempo; dalla sensibilità nell'assorbire lo spirito del territorio, vivificando così il proprio stile con nuove energie, plasmando qualcosa che è insieme nel solco della propria personalità ma pure diverso. La brillantezza del giovane allievo emerge invece nella capacità di aderire a tali principi non solo con dedizione e capacità tecnica, ma anche apportando un proprio contributo: capendo e mostrando di capire; sapendo e palesando di sapere; facendo e manifestando di riuscire a fare, con risultati notevoli.
Cracco Portofino è apparsa a noi una nuova tappa imprescindibile dell'alta cucina, oggi in Italia, proprio perché combina insieme entrambi gli attori che abbiamo tratteggiato: il maestro, Carlo Cracco, e un suo giovanissimo allievo, l'executive Mattia Pecis.
Ci è davvero tanto piaciuto, il nostro pranzo nel magnifico borgo marinaro della Liguria. Abbiamo goduto di un Cracco-Pecis diverso da come lo conoscevamo, il primo della sua storia che si sia tutto focalizzato sulla materia prima delle onde e sull'infinita vegetalità, raffinatissima, della Liguria. L'esito è stato entusiasmante: piatti soavi e drittissimi, eleganti e delicati, nitidi in bocca, dalle tinte pastello, pochissime forzature e ovunque il naturale danzare di prodotti assoluti sviluppati nella loro essenza di gusto e identità.
Tutto buonissimo, ma un piatto da antologia: Il cappon magro del Molo Umberto I, straordinario, reinvenzione della tradizione.
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Tavoli all’aperto
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it