Che una certa lettura della pizza sia nata in Veneto non è una novità. Anche se le pizzerie non sono ancora entrate nell'Olimpo della guida rossa che spiega quando un ristorante "merita una deviazione", la pizzeria i Tigli la merita eccome. Fortuna vuole che non sia lontana dall'asse est-ovest della autostrada A4. Insomma fatela questa deviazione e non rimarrete delusi.
E' tutta un'altra pizza rispetto a quella a cui siete abituati. Chiamarla "pizza gourmet" è riduttivo. Certo, c'è grande cura sul prodotto che finisce sul disco di pasta, ma un lavoro gigantesco è stato fatto sulla qualità degli impasti: farine che escono dalla tradizione per risultati soprendenti. Come il Mais. Questo permette di avere consistenze e croccantezze differenti pensate apposta per le ricette.
Sedersi ai Tigli - c'è anche un tavolo condiviso vista cucina - non ha molto a che fare con la visione tradizionale del pasto in pizzeria. Il percorso degustativo è consigliato, per questo c'è una nuovo formato, detto cicchetto, più piccolo nel diametro di quello classico che permette di poter condividere più pizze. E anche da soli due cicchetti non sono una porzione esagerata: si può fare.
Le basi vengono preparate il giorno per l'altro e poi abattute, un processo indispensabile per ottimizzare i tempi di servizio e gestire le alte idratazioni. Al momento del servizio vengono rigenerate in forni elettrici. Il forno a legna è utilizzato per la cottura delle carni, tra cui il legendario piccione. I celiaci troveranno le preparazioni che condiscono la pizza servite al piatto.
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Tavoli all'aperto
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dopo 29 anni, ha lasciato la redazione sportiva di Mediaset e si gode la pensione dopo aver raccontato 16 Olimpiadi, 6 Coppe America di vela, le imprese di Tomba e Pellegrini. Ora collabora con Il Foglio sportivo e il sito oasport.it. Ha un'antica passione per il cibo: è "assaggiatore" di Identità Milano dalla prima edizione