Questa è la storia di un locale piccolo e popolare, incastrato in un anfratto apparentemente anonimo tra San Giovanni e la via Appia. Uno spazio minuscolo ma polifunzionale che in poco meno di 6 anni ha generato parecchio rumore per la sua versatilità e personalità: eatery, certo, ma anche caffetteria e cocktail bar, con l’aggiunta di pochi tavolini sul marciapiede, unica soluzione praticabile nella primavera post-pandemica 2021.
Al timone ci sono i tatuatissimi fratelli Palucci: il cuoco è il minore, Tiziano, un ragazzo impegnato a dar senso a piatti accomodanti (Pennette alla Puttanesca) ma ben più spesso a triadi di ingredienti accostati con una certa tracotanza che all’assaggio diventa però raziocinio, come fossero assemblaggi naturali. Pork belly e harissa, Uovo, rigaglie e pollo fritto, Cotiche, cozze e limone, Spaghetti, friggitelli e lime, Diaframma, asparagi, maionese alla soia, Lattuga arrosto, pistacchi e avocado. Soluzioni buonissime, con un prologo necessario: la grande ricerca, evidentemente condotta col lanternino, tra produttori virtuosi, che tengono a quello che consegnano al ristoratore.
Come spesso accade ai bistrot 30something, la carta dei vini è interamente composta da etichette bio e naturali. Che qui sono un luna park di adorabili produttori sciroccati da tutto il mondo: tanto Abruzzo e Centro Italia ma anche Francia e Australia. Due ore passate benissimo, anche con la pioggerella che s'incunea di straforo.
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articolo a cura degli autori Identità Golose