Tra una cosa e l'altra, sono passati quasi 5 anni dall’apertura del banco di cucina giapponese più prenotato d’Italia, voluto con ostinazione da Claudio Liu poco prima della pandemia. Un first mover che ha trasmesso il coraggio ad altri imprenditori di fare lo stesso: mica facile esplorare e replicare i rivoli più intimi della storica alta cucina sollevantina.
Nel quinquennio è cresciuto tantissimo il mestiere ordinato di Masashi Suzuki, un ragazzo che mulina le mani come pochi assemblando riso e pesce. Ma, rispetto alle origini-origini, il format di edomae zushi (il modello omakase più tradizionale di Tokyo) sta prendendo sempre più una piega kaiseki: accanto a nigiri e temaki - sempre il cuore del menu – si alternano sempre più owan (zuppe) e shiizakana (portate calde di pesce), otsukuri (pesce crudo) e yakimono (un micidiale gindara).
Un cerimoniale di alta cucina le cui radici affondano nei secoli prima che in Europa si cominciasse a parlare di haute cuisine. Un rituale scandito da assaggi superiori e bordate di umami. E la professionalità discreta e potente di qua del banco di Federica e Vanessa.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
+390236741426
+390236741426
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt