Stefano e Lorenzo si sono conosciuti al Noma, alla corte di René Redzepi, dove Stefano Ferraro è stato capo pasticciere e Lorenzo Cioli sommellier. La loro esperienza nella ristorazione era quasi eslusivamente estera: Gran Bretagna, Giappone, Australia, Hong Kong e Scandinavia, ma capita a un certo punto, anche se oramai hai una famiglia internazionale, che ti prenda il desiderio di tornare. Così un piemontese con moglie giapponese, e un toscano con moglie lettone scelgono per la loro idea imprenditoriale Milano.
La pandemia non aiuta, ma oramai le basi sono gettate e il 25 febbraio 2021 Loste Cafè apre in una zona di grande potenziale, ma in una via di non grande richiamo. La proposta delle viennoiserie nordiche ricche di burro, uniche a Milano, è più forte della piccola via secondaria dove hanno trovato lo spazio giusto. Le code fuori dal locale sono la prova del successo.
Nel weekend i best seller come i cinnamon roll e i croissant finiscono in fretta. I posti a sedere all'interno del locale sono una ventina, in stagione ci sono anche tre tavoli all'esterno. Con il tempo è arrivata la proposta salata che prevede flat bread con il pesto, paste con ripieno di nduja e fontina. L'offerta del pranzo, che si è affiancata a quella della colazione, comprende tartare, focacce, pinzimonio.
Il prossimo obiettivo è consolidare la proposta aperitivo perchè Lorenzo ha un'enorme cultura sui vini naturali. Si è cominciato affiancando al calice i classici takoyaki giapponesi, ma si sta arricchendo. Senza dimenticare che Loste è un caposaldo cittadino degli speciality coffee.
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Tavoli all'aperto
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dopo 29 anni, ha lasciato la redazione sportiva di Mediaset e si gode la pensione dopo aver raccontato 16 Olimpiadi, 6 Coppe America di vela, le imprese di Tomba e Pellegrini. Ora collabora con Il Foglio sportivo e il sito oasport.it. Ha un'antica passione per il cibo: è "assaggiatore" di Identità Milano dalla prima edizione