Roma è una città che tiene in giusta considerazione la sua tradizione, non fa mai mistero di essere attaccata a tante ricette che tutti le invidiano anche se, troppo sovente, non sono curate nei dettagli e al passo con i tempi come meriterebbero, sia le ricette sia i clienti. La Ciambella, bar a vin con cucina, appartiene al lotto di chi sa vivere, interpretare e proporre Roma con brio e un tocco leggero che è abbastanza insolito.
Tutto merito di Francesca Ciucci, romana romana, cuoca, e di Mirka Guberti, bolognese, scesa nella Capitale per seguire un grande progetto legato al vino e mai più ripartita. Un lustro fa l'idea che celebriamo con questa scheda, aprire un ristorante nel centro storico, in genere allergico alle insegne di tradizione, proponendo proprio Roma attraverso il suo ricettario. Particolare importante: la cantina è impressionante, ricca di etichette e per nulla banale.
I primi 3 anni, a ridosso del Pantheon, sono stati duri perché tanti, invece di ammirarne la costanza e le capacità, dicevano loro: «Ma chi ve lo ha fatto fare?». Poi la loro bravura ha preso il sopravvento e ora il consenso cresce. Alla Ciambella non ci si annoia mai, a differenza di troppi posti uguali tra loro. I piatti sono romani, nessun dubbio ma tutto scoppiettante, comprese paste come Carbonara e Amatriciana, ottime in sé e non perché una cofana non la si nega a nessuno (che alla lunga schiatta). Il menu che vorrei gustare adesso? La Trippa alla romana pecorino e menta, Animelle e puntarelle, il Coniglio con la salsa alla cacciatora. Poesia.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose