E' una vecchia rimessa per carrozze, poi il motore ha svuotato i locali ma lasciato la poesia. E tra i muri di pietra, freschi in estate e in inverno scaldati dalla stufa e profumati dall'odore del legno, la poesia è interpretata secondo le rigide regole della tradizione.
Rime alternate di lumache fritte e giardiniera, ravioles e finanziera. Le cucina è moderna, le ricette sono antiche, i prodotti eccellenti. Le lumache, che giungono dalla vicina Borgo San Dalmazzo (nota sin dal XVI secolo per la vocazione all''elicicultura alpina) sono croccanti e suadenti, saporite e raffrescate dall'ottima giardiniera; le Ravioles ("gnocchi" tipici della val Varaita, di patate e tumin del Mel, toma di Melle) sono fatte alla moda di Bellino, paese che ne custodisce le ricette più classiche, e condite con un burro d'alpeggio quasi abbrustolito.
Tra le imperdibili specialità della casa, la Trota spaccata, aperta e impanata, e la Toma con patate e ajoli, che più che un piatto è una bandiera d'occitania. Ad accompagnare la tradizione, una grande scelta di bottiglie, anche poco tardizionali. Poiché la cantina non le contiene tutte, è possibile al momento della prenotazione scegliere da una ampia e interessante carta le cui etichette sono custodite al Sorì, locale gemello della Locanda a Cuneo.
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Tavoli all’aperto
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100