Signori, siamo nella Food Valley. E, si sa, qui si mangia molto bene. La tradizione, soprattutto, a partire dai salumi, il Parmigiano, per arrivare a paste ripiene e tanto altro. Girando per le viuzze di Parma non sarà difficile trovare una buona insegna in cui gustare i grandi piatti emiliani. Il bello di una città ricca gastronomicamente, però, è che non ci si ferma alla tradizione.
Il Cortex rappresenta una valida, validissima alternativa se si vuole assaggiare una cucina che spazia su e giù per l’Italia attraverso grandi materie prime, non disdegna tecniche di cottura o intingoli che arrivano da oltre confine (spesso anche oltre oceano), ha il giusto tocco di creatività, ma soprattutto è diretta, autentica, etica. Il tutto in quello che definiremo un Bistrot per antonomasia. Gli arredi sono semplici, curati, di buon gusto; dalle vetrate sulla strada si vede la sala e l’ingresso, col bancone in prima linea e bottiglie di vino qua e la.
Nel menu nessuna stretta divisione tra antipasti, primi o secondi, ma una successione di piatti che inizia con salumi strepitosi. Poi si spazia dagli Gnocchi di ricotta con incursione di seppia alla trippa (in una versione particolarissima in cui incontra le cozze), dall’Anguilla e topinambur al Cavolfiore e miso (entrambi con un tocco di dolcezza importante, che ci porta dritti in Estremo Oriente). Ed è divertente anche il bicchiere, riempito da etichette non convenzionali, frutto di piccoli vignaioli che sanno bene il fatto loro. Ecco il regno di un team super affiatato, fatto di osti, cuochi, camerieri e architetti. Ecco il Cortex.
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Tavoli all’aperto
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sardo per passione, vino e birra di qualità sono il segreto della sua giovinezza. Lavora dal 2005 al Gambero Rosso e nella vita si divide volentieri tra la penna e il bicchiere