La cucina di Euthalia sa di bosco e di natura, di montagna e di erbe di campo, perché è questa la passione che da sempre ha unito lo chef e patron del ristorante Gian Michele Galliano con il suo territorio. Qui, a poca distanza dal Santuario di Vicoforte, in una strada di passaggio, ha scelto di descrivere il passare delle stagioni e il modificarsi di gusti e colori.
Il menu parte da quello che si riesce direttamente a raccogliere e a trovare nelle colline e nelle montagne intorno a Mondovì. Una presenza studiata del vegetale che, oltre a essere protagonista del piatto, lo guarnisce e lo racchiude sempre in un tocco di freschezza. Così si impara ad apprezzare il loietto, che cresce come una infestante del grano e può essere utilizzato per aromatizzare il burro; così come l'uso dei funghi poveri (prataioli, mazze di tamburo, spugnole) per fornire un bouquet aromatico completamente differente alle lumache o alla polenta.
Il percorso scorre nelle tante portate che lo chef ha definito, con un ordine mai troppo strutturato in un crescendo di gusti sapidi che tolgono i normali riferimenti tra antipasti primi e secondi, fino alla naturale fine del pasto, ai sapori più dolci, sempre molto vegetali e di tradizione francese. Una grande attenzione viene rivolta alla mise en place, che richiama il contenuto dei piatti e l'innato senso estetico dello chef, che oscilla tra design e artigianato. È una fortuna che esistano ancora ristoranti così, che forniscono occasione di soste e la riscoperta di nuovi sapori.
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articolo a cura degli autori Identità Golose