Il panorama internazionale conosce già format simili, e ora anche Milano ha il suo Dessert-Bar. Il pensiero di fondo è uno per tutti: “Nel fine-dining il dolce arriva alla fine del menù e, spesso, si è troppo sazi per apprezzarne al meglio i sapori. Ma il dessert deve ricevere la stessa attenzione di un piatto ben fatto”.
Federico Rottigni ha tutte le carte in regola per conquistarsi uno spazio tra le firme più note. Dal mercoledì a domenica il locale apre il sipario sul “dessert-dining show”, raccontato dal pastry chef che assembla i dolci in diretta al banco con il supporto del fratello Flavio e del suo team. Una volta accomodati, arriva un menu fisso, scandito in due turni: alle 20 e alle 22.15.
In uno spazio elegante e minimalista, con toni comfort senza ammiccamenti hipster, un massimo di 11 persone osservano da vicino il cuoco. Trattandosi di uno spettacolo, i momenti sono scanditi dalle luci, studiate attentamente, che variano a seconda del tipo di attenzione che dobbiamo avere sul piatto.
I piatti hanno nomi originali: Orsetti ubriachi (gin, calvados, whisky, mezcal e chartreuse, in un richiamo all’infanzia), The Last Petal (lampone in tre consistenze, litchi, sorbetto all’acqua di rose e cremoso al cioccolato bianco), Pop Corn From Mars (pop-corn e noci pecan) o Citrofortunello (un gioco attorno al riso e latte). Un progetto ben definito che annienta il confine tra cucina e spettacolo.
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Piemontese/Milanese, partita dalle letture dei ricettari di "Nonna Papera", si è laureata in Scienze Gastronomiche e ha ottenuto un master in Comunicazione e Critica. Dedica tempo e lavoro alla ricerca del bello, del buono e del nuovo. Non rinuncia allo sport e non si annoia mai a fare la valigia, possibilmente col suo amico a quattro zampe