Tutti conoscono Ascoli Piceno per quel capolavoro assoluto che sono le olive ascolane, ghiotte come non mai, nate nelle case patrizie a inizio Ottocento e da lì dilagate ovunque. Però non bastano per rendere Ascoli una meta turistica. E’ come se agli ascolani non sia mai interessato sviluppare una cucina e una ristorazione ricche e articolate, preferendo trovare soddisfazione in tavole sparse altrove.
Sia come sia, nel panorama del capoluogo spicca per qualità la pizzeria dei fratelli Petracci nella zona più nuova di Ascoli Piceno. Tutto ebbe inizio in anni lontani ormai da noi, anni Novanta dal padre quando l'imperativo era far cassetta e non si andava tanto per il sottile con i dettagli legati a impasti, condimenti e coperture. Pizze curate, mai tirate via, digeribili, ma erano anni nei quali letteralmente non si chiedeva ai pizzaioli di essere chef come succede da alcuni lustri.
E in particolare Mirko Petracci, il protagonista in prima fila, ha una voglia matta di pedalare e andare lontano. Ascoli gli va stretta, un po' perché la Scaletta non si affaccia su una via o una piazza del centro storico, meraviglioso, e un po' perché è giovane e ambizioso e vorrebbe portare i suoi sublimi impasti anche all'estero. Sa bene che se non rischi raccogli meno, da cui tanta attenzione a quanto gli ruota attorno. I suoi impasti sono leggeri, non a caso la linea d'eccellenza si chiama Gran'aria, al servizio delle farine e dei condimenti. Accanto alle classiche scelte che uniscono il mondo della pizza da nord a sud, quelle creative sono figlie sue. E tutto crescerà ancora.
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Tavoli all'aperto
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
Twitter @oloapmarchi