Andrea Antonini, 30 anni tondi tondi e da quasi 3 al timone dell’Imàgo, il ristorante al sesto piano dell’hotel Hassler, è molto più un cuoco di padella e di burro che non di basse temperature o fermentazioni. È un ragazzo che ha il coraggio di aprire un menu con le foglie di lattughino e di chiuderlo col pollo (alla cacciatora, in 3 servizi). Che ama richiamare le sue origini popolari con delle Mini-rosette alla mortadella o la Coratella in tegamino di rame, solo all’apparenza pietanze e ingredienti umili. Un professionista che ama aggiungere toni su toni piuttosto che sottrarli. Che conquista i palati coi sapori forti del suo Dna romano, assistito da suggestioni di scuola Ferran Adria, colte in Spagna.
Super-avanguardia e super-traduzione. Pin liquidi versus Carciofi e coratelle, pizzette tecno-emozionali contro Tarte tatin di miele e camomilla. Ma sbrigatevi, perché il ragazzo è un vortice di idee che potrebbero dileguarsi in fretta: «Fare il cuoco è bellissimo», confessa, «ma dopo un po’ mi stufo a fare a fare le stesse cose e mi viene da cambiare tutto».
Accanto annuisce con senso paterno Marco Amato, da 22 anni colonna gentile di questa sala prestigiosa della scena capitolina. Se i camerieri, tutti in frack, marciano così smooth è anche perché si fidano del loro cuoco. E perché vedono la clientela felice, conquistata dalla verve di un ragazzo dalla mano felice. E la voce circola: per trovare un tavolo libero all'Imàgo, occorre prenotare almeno con due settimane d'anticipo.
+390669934726
Ristorante con camere
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Co-autore di "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore, 2020)
Instagram @gabrielezanatt