Pizze buone, curate esteticamente e d’esecuzione veloce. È la triplice legge che muove tutti i locali di Ilaria Puddu, figura apicale della scena delle pizzerie di Milano (e oltre), capace in pochi anni di aprire decine e decine insegne tra Pizzium, Marghe, Crocca e Gelsomina (quest’ultima, una pasticceria) e fare più o meno sempre il botto.
Di Giolina ce n’è una sola perché, nelle intenzioni di Puddu e del socio Stefano Saturnino qui non si lavora per applicare con rigore un codice condiviso, ma ci si impegna «per fare la miglior pizza della città», qui e solo qui. Non siamo certi che l’obiettivo sia raggiunto, di certo è un bel godere davanti al forno di Danilo Brunetti, una bocca infuocata che sputa tonde soffici che tradiscono pensieri scrupolosi sulle farine, assistiti da topping stagionali che, alla voce formaggi e salumi, per dire, dice Caseificio Barlotti o Salumificio Santoro.
Dopo aver sbranato un Pane, burro e alici, sotto con l’ordine che più conta. In carta ora, ci sono pizze con nomi di donna: Ghitina (la Margherita con San Marzano dell’Agro Nocerino Sarnese, fior di latte d’Agerola, Parmigiano Reggiano 36 mesi, basilico fresco), Annina, Luisina, Giorgina… I diminutivi non calzano bene a tanta bontà esagarata. Se siete in vena, fate il pairing con i vini: naturali o addirittura Ruinart se le finanze vi sostengono.
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Tavoli all’aperto
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt