Benvenuti a casa Yamamoto, di Aya e di sua madre Shih Chy, che gestiscono questo minimale ristorantino familiare in una traversa di via Torino. La cucina è quella delle nonne, un mix fra tradizionale cucina giapponese e piatti più moderni che si consumano nelle case di oggi - quindi niente sushi, sashimi e uramaki.
In cucina gli chef Himeno Shun e Ena Chikusa hanno rispolverato piatti come il curry (ebbene sì, loro lo chiamano ka-ree), tanti tipi di verdure e ciotole di riso sormontate da anguilla o straccetti di manzo con l'uovo a stracciatella. E le bistecche, perché in Giappone non si mangia solo pesce, ma carne con salsa di soia e burro. L’ideale è dividersi i piatti, per provare più cose dal menù – delizioso perché ben raccontato e inserito in vere riviste giapponesi. Fra i piatti consigliati, e non per sminuire la cucina, i loro sandwich: deliziosi. C’è il katsu sando a base di cotoletta di maiale, croccante, alta un dito, infilata fra due fette di pane ai cereali e spalmata di salsa tonkatzu. Da settembre esiste anche una simpatica t-shirt, realizzata con Uniqlo.
A pranzo si ordina un piccolo menù, chiamato teishoku, che arriva completo di piatto principale, riso e zuppa di miso e non supera i 19 euro. Ovviamente sono sempre pienissimi, non si può prenotare, ma c’è il bento da portarsi via. La sera il relax è assicurato.
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articolo a cura degli autori Identità Golose