Occorre solo ammirare il percorso costruito da Suili e Liwei Zhou, cinesi dello Zhejiang in Italia da 20 anni. Origini umili, dopo una serie di piccole attività in proprio – edicole, bar tabacchi e sale giochi – hanno deciso di realizzare un sogno: «Dimostrare che la cucina cinese ha molte più cose da dire degli involtini primavera». A ottobre 2016 hanno aperto MU fish a Nova Milanese e, a gennaio 2018, MU dimsum, specialità cantonesi e di Hong Kong a due passi da Stazione Centrale, Milano.
Da inizio 2021, il ristorante ammiraglia del gruppo (che oggi conta anche su 3 piccole “botteghe”, due a Milano e una Torino) conta su un nuovo asso in cucina, Chang Liu, 33enne di Yangzhou, che avevamo notato ai tempi di Serica e premiato per le capacità di connettere Occidente e Oriente con una retorica creativa e un palato felice. A febbraio ha battezzato una nuova, enorme cucina con il menu del Capodanno cinese, 8 passaggi a 70 euro.
Il percorso si distingue soprattutto per un buonissimo Gambero rosso ubriaco (con pinoli, moutai, aneto, salsa di soia e aceto), un pokerissimo di ravioli (dimsum) e un’Anatra alla pechinese che Liu vuole presto scombinare con l’inserimento di tartufo e foie gras sotto la pelle, alla maniera di un pollo di Bresse d’alta scuola francese. «Abbiamo puntato su Chang», ci spiega Suili col suo filo di voce gentile, «perché conosce bene la cucina cantonese. Sotto le sue mani i piatti di tradizione diventano più buoni e più eleganti». Il meglio deve arrivare.
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Universi in espansione: MU dimsum
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Nel 2020 ha scritto con Cesare Battisti "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore)
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