“Con il progetto Simenza abbiamo adottato un terreno a Raddusa, per accorciare le distanze, tra noi e i produttori di grani originari siciliani” Pierangelo Chifari. Oltre al concetto di pizza contemporanea e alle visioni dogmatiche, c’è Archestrato di Gela: grano, evoluzione, famiglia, impresa. Il nuovo laboratorio sperimentale dello Chef, non distante dalla pizzeria, è tutto dedicato agli impasti, tra pane, pizza e pasticceria; concetti in connessione per Pierangelo, dove la scelta di farine (Petra, Mulino Quaglia), tempo e perizia sono definitivi.
In pizzeria l’impasto base è profumato con farina tipo evolutiva e grani antichi siciliani; la fermentazione è mista, tra biga e poolish. Per le farciture si attinge a piene mani in Siclia, senza per questo limitarsi ai soli prodotti isolani: “democrazia” del gusto. Nella degustazione rimane impressa la Bruschetta, farina Tipo 1 e monococco, con crema di zucca mantovana, speak artigianale e blue di bufala; la Pizzaccia fritta è ariosa, con burrata, crudo 24 mesi, composta di fichi, granella di noci. La pizza al Padellino con farina di Riso Gabba, orzo e tipo 1, è accompagnata da fiordilatte, salsiccia al finocchietto, broccoletti e crumble di pane. Si fa ricordare anche la “Mulino a Vento Dop” con pomodoro siccagno, bufala, basilico e evo Nocellara del Belice: ode alla pulizia dei sapori.
Si entra qui per accorgersi di quanta forza esiste in un nucleo familiare che lavora all’unisono. I Chifari accolgono con grazia e dedizione, e la pizza sembra il prolungamento naturale di questo impasto di buone emozioni e intenti.
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Tavoli all’aperto
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Nata a Bologna nel 1992, origini siciliane e romagnole, diploma Classico, laureata in Scienze della comunicazione. Passione per il mare, le isole, il cibo, il cinema e le storie identitarie
