Già arrivando si rimane impressionati, la struttura della Villa Rospigliosi e dell'adiacente Cappella ellittica dei Santi Simone e Giuda costituiscono un colpo d'occhio scenografico. Si può ammirare la sala affrescata da Ludovico Gemignani mentre si scende verso Atman, in quelle che erano un tempo le cucine, si apre la sala bella del ristorante.
Per comprendere il percorso gastronomico di uno chef bisogna conoscerne la vita: Marco Cahssai è romano, ma vive la giovinezza vicino alla costa. Qui il padre, appassionato di fotografia, lo fa approcciare alla natura, all'ambiente, e ai suoi frutti come i funghi, i granchi. Attenzione all'estetica, all'immagine, ma le donne di famiglia lo fanno avvicinare al forno e lì scatta l'amore per il cibo. Liceo, Lettere e Filosofia, tanti lavoretti in ristoranti e poi la consapevolezza che quello della cucina è il suo mondo. L'incontro col suo maestro Igles Corelli e gli anni sul delta del Po. Imparerà una cucina fatta di nebbie, germani reali, anguille e di territorio e che porterà come bagaglio negli anni a venire.
Un avanguardista del cibo? Può essere: la cucina è estremamente legata a quell’attenzione al sapore, ma soprattutto fa battere il cuore, emoziona e sorprende per quel legame con la terra che lui ricerca fin da quando seguiva il padre. Un cuoco colto, sensibile, fascinoso. Il percorso di degustazione Per affioramento può essere scelto nella sua interezza di 13 portate o nella forma ridotta di 8 portate. Che il viaggio abbia inizio.
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articolo a cura degli autori Identità Golose