Storia e cultura del territorio dell’Alto Piemonte. Da oltre vent’anni un punto di riferimento, tappa imprescindibile, che con l’arrivo in cucina di Simone Vineis, figlio dello chef Sergio, è stato capace di restare contemporaneo nella sua offerta, dotandola di più profondità e al contempo leggerezza. Il biellese vien omaggiato subito: l’aperitivo vede la farina di polenta, del molino di Maccagno, e la mostarda di mele, da Cerrione. Nell’ultimo percorso si registra una predilezione per la brace, che troviamo sia nella cipolla che nella quaglia.
Semplice non significa banale. Anzi, con il formato di pasta "lumachine", si respira un po’ l’aria di casa, arricchita da pane, al centro, alici e finocchietto ad aprire i sapori. La “finestra sul giardino” fa respirare l’aria di montagna e dei boschi che circondano questa parte nota come Alto Piemonte. Funghi ed erbe selvatiche in tutte le forme e diverse cotte. Trionfo di estetica. La selezione dei vini vede una ricca presenza di Doc e Docg locali - Gattinara, Ghemme, Boca - ma anche una sfaccettata e ricca presenza di referenze dell’Italia e del mondo tutto.
laureata in Economia e valorizzazione del turismo, trasforma la sua passione per l’enogastronomia in lavoro. Giornalista, è consapevole dell'effetto moltiplicatore che anche solo un ingrediente può avere in un territorio. Da 15 anni viaggia (molto) e racconta tutto quello che assaggia di curioso ed entusiasmante
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Tavoli all’aperto
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laureata in Economia e valorizzazione del turismo, trasforma la sua passione per l’enogastronomia in lavoro. Giornalista, è consapevole dell'effetto moltiplicatore che anche solo un ingrediente può avere in un territorio. Da 15 anni viaggia (molto) e racconta tutto quello che assaggia di curioso ed entusiasmante