Questo è un ristorante dove non si capita per caso, bisogna aver deciso di andarci, a meno che non si abiti da quelle parti. E' cosa vera per molte osterie di paese, ma La Madia è decisamente di più di una semplice insegna conviviale e accogliente. Merito soprattutto di Michele Valotti, chef e patron classe 1974, originario di Iseo. Uno che il suo lavoro lo prende sul serio, anche volendolo riempire di significati che vanno oltre la composizione di un buon piatto. Valori artigianali, rifiuto della standardizzazione, abbattimento di ogni spreco.
La Madia si propone come una realtà sorprendente, nel miglior modo possibile. Anche per le novità che Valotti e i suoi compagni di strada hanno gradualmente inserito nella loro proposta gastronomica. Partendo dall'offerta: niente più carta, ma solo due menu degustazione in cui i cosiddetti "piatti della tradizione" sono sostanzialmente assenti. Un percorso da 7, uno da 10 portate, proposti a due prezzi altrettanto sorprendenti: 38 e 45 euro. Ma ciò che più colpisce è la qualità di ognuno di quei piatti, la quantità di tecniche che vengono usate per la loro realizzazione, il pensiero che si trova in ciascuna di quelle ricette.
Fermentazioni e maturazioni in forno, esperimenti continui sulla materia, non servono come sterili dimostrazioni di bravura, ma sono parte integrante della filosofia di questa trattoria (riassunta in un Manifesto consegnato a fine pasto ai clienti). A cui si conforma anche la carta dei vini, esclusivamente dedicata a piccole produzioni naturali, biologiche e biodinamiche. Servizio attento, sorridente, competente.
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Tavoli all'aperto
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
Twitter @niccolovecchia