Aperto da poche settimane, il nuovo ristorante di Alessandro Mecca, chef già acclamato nel raffinato Spazio 7 di Torino, lascia intravedere le belle speranze di un nuovo corso gastronomico, sintesi della sua passione per la cucina di tradizione e per la cucina classica, in cui la mano del cuoco si mette alla prova. Così, al Castello di Grinzane, il menu propone una cucina di gesto, dove il gesto è quello della mano del cuoco che conosce i prodotti, le padelle e le ricette, che ha fatto esperienza, gavetta, vissuto gli anni da ragazzo in cucina, potato le bruciature e le delusioni, abbracciato i compagni di brigata.
Si parte con il Pomodorino ricostruito, esordio firma del cuoco, cui si uniscono un bon bon di parmigiano e lampone e una tartelletta con ketchup di carota e tonno di coniglio che odora di Piemonte. Dopo il Carpaccio crudo di sarago, cavolo nero e beurre blanc e la “scaloppina al burro” (crudo di vitello con burro e salvia, caviale, tartufo nero e maionese ricavata dal corallo delle capesante) una serie di piatti che sono "anima e cuore": il Rognone, cotto nella padella di ferro, con le lumache e la salsa di erbette verdi amare, capperi e acciuge; gli Agnolotti di trippa, lievi e delicati come ravioli cinesi; lo straordinario Risotto con il ragù di lepre e le bacche di ginepro; l'Agnello al forno con la mentuccia e accompagnato da carciofo e carpaccio di agnello. Servizio cortese.
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100