La Val d’Orcia è un gioiello. È difficile non restarne incantati. I campi, i filari di cipressi, la via Francigena che l’attraversa, i borghi medievali e le terme riempiono gli occhi e il cuore di una bellezza che seduce. Un fascino che non ha lasciato scampo a Pasquale Forte che ha scelto questo luogo, già inserito nella World Heritage List dell’Unesco nel 2004, come casa. Lì, l’ingegnere-agricoltore si è fatto custode di campi, vigne e animali che conduce seguendo i ritmi della natura e facendosi aiutare dall’energia della terra.
A Marcello Corrado, poi, ha affidato nella deliziosa Rocca d’Orcia, l’Osteria Perillà, e una missione: trasformare i prodotti della sua amata terra in piatti dalla spiccata identità. Lui, napoletano d’origine e romano d’adozione, chef per bisogno vitale tanto da aver messo da parte la sua laurea in economia e commercio, non si è tirato indietro mettendo in pratica una propria evoluzione del chilometro zero, senza però rinunciare a incursioni fuori dal Podere, superando qualsiasi confine mentale. Nessuna proposta alla carta, ma soltanto due menu degustazione attraverso i quali consegnarsi allo chef.
Nella cucina a vista Marcello combina ortaggi, verdure, grano molito in farina, olio, carne, salumi e animali da cortile del Podere con la cacciagione locale e il pescato in una celebrazione di sapori semplice e ben definita. Dagli amuse bouche al dessert, nulla è lasciato al caso. Tanto meno lo sono i vini con una lista costruita attorno alle etichette del Podere Forte: dal Corfiero, entry level solo sulla carta, al Petrucci Orcia Doc Anfteatro e Melo.
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Tavoli all'aperto
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giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate