Vista da dietro i cristalli dell’Harry’s l’enorme piazza qua davanti pare ferma all’Ottocento: non a caso è dedicata all’Unità d’Italia e proprio in quel 1861 qui nacque Italo Svevo. Fuori dai cristalli il largo, di là da quello il mare, ovunque il vento. Dentro, invece, tende e pavimenti in legno, tovaglie bianche, poltroncine verde oliva e un’eleganza classica come ci si aspetta da un grand’albergo – l’Hotel Duchi d’Aosta – nel quale già negli anni Settanta il sempiterno Arrigo Cipriani aveva avviato il ristorante.
Da 4 anni, a rinnovare una sosta che potrebbe peccare di eccessiva tradizione, c’è al timone un altro triestino noto alle cronache: Matteo Metullio. Classe 1989, è diventato grande alla Siriola di San Cassiano, in Alta Badia, dove in pochi anni ha acceso due macaron ma, diventato papà, ha deciso di tornare a casa, accompagnato dall'inseparabile Davide De Pra. Due stelle peraltro confermate anche qui, nel dicembre 2020.
Ne ha guadagnato l’Harry’s Piccolo, che nella prima fase post-emergenza aveva riaperto con 3 menu degustazione: I Classici è un viaggio tra i piatti simbolo dello chef; L’Incontro mette assieme mare e montagna, carne e pesce; Mare Mare Mare, solo pesce, è un tributo ai Trieste, al suo porto e alla sua identità sempre in viaggio.
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articolo a cura degli autori Identità Golose
Matteo Metullio e Davide De PraSpaghetto freddo a km 4925