Cioccaro è tornata a essere una meta gourmet. Questo paesino dell’Astigiano infatti negli anni Sessanta era già rinomato per il ristorante Da Beppe, il cui proprietario, Giuseppe Firato, negli anni Ottanta, ebbe poi l’intuizione di creare nel complesso conventuale e luogo di villeggiatura dell’inquisitore di Casale, un relais de charme ossia la Locanda del Sant’Uffizio.
L’accoppiata Bartolini-Boffa, ha rielaborato, attualizzandolo, lo spirito gourmet che sin dagli esordi aveva attirato una clientela di alto livello, e conservato il legame col territorio, interpretandolo tanto liberamente quanto sensatamente – e dunque includendo nella carta anche i pesci della vicina Liguria, come il nasello, peraltro magistralmente cotto (la polpa è fondente, quasi da mangiare col cucchiaio). Stupiscono in tutti i piatti, dal Filetto alla Torrengo alla Robiola di Roccaverano con granita al caffè, l’immediatezza e la centratura del gusto, l’estremo equilibrio della sapidità e dei condimenti, il calcolo esatto dei volumi dei vari ingredienti, la precisione delle cotture, la freschezza e brillantezza dei colori. Parliamo di una cucina eseguita in modo ineccepibile e buona, è il caso di dirlo, come il pane…della casa (davvero notevole per fragranza, sapore e digeribilità).
L’accoglienza professionale di Francesco Palumbo e la prontezza di Davide Canina nell'accompagnare le pietanze con il giusto bicchiere, contribuiscono a un’esperienza di totale piacevolezza.
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Ristorante con camere
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autrice del libro Gli anni d'oro della cucina parmigiana, per l'Accademia Italiana della Cucina, collabora a “Gusto”, pagina golosa della Gazzetta di Parma