Con la loro stilosa “osteria” paesana, Alessandro Bellingeri e la compagna messicana Perla Cardenas, non hanno solo vivacizzato la scena gastronomica del bel borgo di Appiano sulla gloriosa Strada del Vino, ma anche quella della poco distante città di Bolzano. Lo stile della coppia è quello elaborato nella precedente esperienza a Tesero, dopo gli anni passati al fianco di Alessandro Gilmozzi, del Molin di Cavalese, ma via via perfezionata. Lì, il cuoco cremonese aveva appreso quell’amore per la sperimentazione coi prodotti di natura di cui il fiemmese è maestro, per produrne, nel tempo, una propria raffinata visione.
Cuoco padano, ma cucina di montagna la sua. Dotte incursioni nell’immaginario della Bassa, delle callose paste tirate sapientemente a mano e condite di intingoli golosi alle erbe amare, gamberi di fiume, essenze di sambuco (verde). Ma anche la storia gastronomica del Germano reale allo spiedo coi germogli di vite, chinotto e jous al rosmarino. Ma è indubbiamente salendo di quota che il nostro dà il meglio.
Dalle fermentazioni all’insolita cottura del salmerino in cera d’api, Alessandro mescola con sapienza il Consommé di bosco con agnolotti (che ritornano in versione integrale con il ripieno di graukäse) e levistico al coregone affumicato con funghi e castagne. E così via fino al bel Semifreddo al miele di tarassaco, rosa canina e farro fermentato. Cantina sapientemente gestita da Perla insieme alla sala.
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Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose