Non è la diplomazia la migliore qualità di Patrick Ricci, pizzaiolo per caso come per caso gli uomini scoprono dentro di sé i grandi talenti. Potrebbe essere la determinazione feroce, quella che gli ha permesso di trasformare una pizzeria di provincia in uno dei luoghi gastronomici più interessanti d'Italia, o forse la dedizione per l'approfondimento verticale, quell'ossessione che lo costringe alla ricerca storica delle ricette o a quella scientifica sulle farine.
Diremmo però, che più che lo studio o l'intraprendenza, la sua dote principale è il palato, cioè l'istinitva e animale capacità di mettere insieme gli ingredienti e di non sbagliare un accordo, di non eccedere con un goccio di olio o con una foglia di origano.
Ed è proprio nella semplciità di "pane & pomodoro" - un pizza che ricorda le merende da bambini con crema di pomodoro arrostito, chutney di pomodoro e dadolata di pomodoro fresco costoluto - che l'equilibrio di sale, olio e basilico appare perfetto. Ma quando sale la difficoltà, l'equilibrio non cambia: non nella "Capocollo", con coppa, ricotta vaccina, granella di mandorle e miele di montagna; non nella "capitanata" - salsa di pomodoro giallo con crema di burrata, cipolla bianca, timo, olio evo e crema di peperoncino - che è una cartolina di entroterra pugliese; non infine nell'omaggio del pizzaiolo a Morricone che si chiama "C'era una volta in america" ed è condita con pulled pork e insalata, salsa BBQ e crema di arachidi.
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100