Angelo Carannante ha il vento in poppa, unitamente a tutta la squadra del Caracol, ristorante sospeso sulla punta estrema di tufo giallo, a Capo Miseno. Sembra essere alla fine di tutto, intorno c'è solo mare e l'isola di Procida è talmente vicina da immaginare di raggiungerla a nuoto.
In cucina lo chef si riporta con convizione tra la cultura e i tanti prodotti dei Campi Flegrei, terra di grande fascino, dove tutto orbita intorno al mare e ai suoi umori. Del resto l'identità di questo territorio unico è forte e molto sentita dal team del ristorante, tutti locali. Cucina interamente di mare, cadenzata da incontri felici con i prodotti dell'orto, attualissima nel'idea dei piatti e delle tecniche utilizzate per trattare il meno possibile la materia prima, come piace alla gente del luogo. Il posto è di una bellezza estrema e si fatica a riprendere la via del ritorno.
C'è solarità e mediterraneità spiccata tra le portate dei due menu degustazione, niente piatti à la carte. Leviamo l'àncora è il ricco aperitivo che inaugura il viaggio e dispone con molta curiosità verso l'intero percorso gustativo. Il Risotto alla zucca, rafano e anguilla affumicata si fa ricordare a lungo nel suo gioco dinamico di sapori. Gli Spaghettoni con estratto di alici e salsa di cozze concentrano i sapori salmastri di mare, elegante e deciso. Notevole il momento del dessert: spicca l'ormai classico signatur Caracolato con la chioccola di cioccolato bianco e caviale, capperi e rosmarino.
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Tavoli all’aperto
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giornalista napoletana con la passione sfrenata per il mondo del vino e una forte curiosità per la cucina. Sommelier, degustatrice di formaggi e di olio, con le scarpe spesso sporche di terra, camminando tra orti e vigne si impara ad avere rispetto