Per i più ingenui, e dunque per quelli che si godono il pranzo e la vita, la magia di Condividere, ristorante di casa Lavazza, si apparecchia con l'oliva sferica e non svanisce sino all'ultimo assaggio dei dessert, la frittella di mele liquida ad esempio. Per i più precisini, per quelli che girano il mondo o che spaccano le uova nel piatto, alcune delle portate del "menu classici" sono di immediata derivazione del ricettario di Ferran Adrià che è stato il nume tutelare di questa apertura torinese.
Ma quel che resta del menu, dopo le olive, è una storia totalmente nuova, una pazza via tra l'Emilia e il (nord)west, tra la Spagna e l'adriatico. Sono questi i luoghi di formazione dello chef, Federico Zanasi, che gioiosamente trova pretesti per scombinare il consueto. Prendete il pane che non è un accessorio, o peggio un amuse bouche di finto francescanesimo, ma un piatto vero: pane di patate e burro alle acciughe. Prendete il Katsu sando alla piemontese che è la magica versione "meringata" di un panino con la cotoletta, prendete i rigatoni alla saluzzese, in cui i ramasin (piccole prugne piemontesi) sostituiscono il pomodoro o Viva Messico, una tigellina ripiena di centroamerica.
Ma non sono eccentricità, solo cibi che tengono allegri, e che si accompagnano con altri, più seriosi e ugualmente precisi, come l'animella al Vecchio Samperi o l'agnello con latte acido e mirtilli speziati. I dessert si consumano nella sala attigua, sul divano, con un bicchiere in mano e la gioia nel cuore.
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100