In attesa che il ristorante traslochi nell'ariosa villa sul colle di San Vigilio (succederà dal maggio 2023), ricordiamo ancora un'esaltante esperienza nella sede degli inizi, a Bergamo Alta, nella struttura bipartita fra albergo e ristorante, sempre più luminosa nel firmamento dei ristoranti di Enrico Bartolini, del giovane Marco Galtarossa. Callido talento, il suo, tale da permettergli di gestire con apparente facilità il caleidoscopico mondo del gusto, tanto complesso e interrelato quanto nitido, tinnulo nella profanazione di ogni ingrediente. Il suo, del resto, è un mondo permeato di eleganza sussurrata, sfumata, resa incisiva da sapienti giochi di sovrapposizione e contaminazione, specie quella che proviene lui dai trascorsi veneziani, ma sempre encomiastica nei confronti di Bergamo, città evidentemente molto amata.
Lagunare, montana e boschiva, e vivificata dalle erbe spontanee e dagli intelligenti accorgimenti estetici, mai fini a sè stessi ma sempre densi di senso, la cucina sorprende a ogni passaggio, come nei Ravioli ripieni di gallina e amarene, in combinazione con un solo apparentemente impossibile brodo di astice. Allo Spaghetto con salsa al fegato di seppie e seppioline alla plancia col levistico, è demandata la nota amaricante necessaria per rendere più raffinato il piatto. Encomiastico, come si accennava, è poi tutto il repertorio dedicato alla succulenta pecora bergamasca, una tela su cui innestare l'aromaticità venatoria del ginepro e quella, più fluviale, dell'anguilla. Coerente con la raffinatezza della cucina, la sala di Andrea Zamblera.
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Tavoli all’aperto
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet