Quante belle storie made in China racconta la Milano internazionale. Questa affonda le sue radici alla fine del 2018, il momento in cui l’imprenditore bocconiano Hujian “Agie” Zhou decide di dare seguito alla lanciatissima Ravioleria di Paolo Sarpi, mettendo in piedi un ristorante vero e proprio nel primo brandello dell’ormai celebre NoLo (qui siamo davvero a un tiro di schioppo a Nord di Loreto). Un piccolo ristorante. Di cucina sichuanese, condita da tutta una simbologia attorno al numero nove, numero fortunato.
Delle addictive verdure fermentate in bicchiere sono state il preludio di un pasto invernale dai sapori forti, speziati e piccanti, con abbondanti inclinazioni vegetali: Spaghetti tirati a mano e poi saltati nel wok con noci, salsa di sesamo e pepe di sichuan, Fagiolini con verdure disidratate e fermentate, zenzero, peperoncino, Cubi di pancia di maiale con castagne, fagioli verdi, alloro e anice stellato, Tofu (fatto in casa!) stufato in wok con peperone, cipollotto, zenzero e pepe (di Sichuan, naturalmente)…
I fornitori sono quasi tutti italiani/milanesi, a riprova di quanto sia fertile il dialogo tra mondi che non hanno quasi mai dialogato: tra loro, macelleria Sirtori (che è la vetrina accanto alla Ravioleria), il pollo di San Bartolomeo, le farine delle Cascine Orsine. Il clima è super-informale e si bevono poche cose ma buone. Posto perfetto anche per un pranzo veloce.
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articolo a cura degli autori Identità Golose